giovedì 7 febbraio 2013

Bach, Buxtehude e la figlia

Nell'ottobre 1705 il ventenne Johann Sebastian Bach si fece concedere un permesso di quattro settimane (diventate poi quattro mesi) dai suoi superiori della Bonifaciuskirche di Arnstadt, presso la quale era organista, per andare a sentire Dietrich Buxtehude.
Bach compì un viaggio a piedi di circa quattrocento chilometri per arrivare a Lubecca, dove assistette alle Abendmusiken nella Marienkirche.
 Non è chiaro se Buxtehude e Bach si siano presentati: Johann Nikolaus Forkel, nella sua biografia bachiana, indica che Bach «fu ascoltatore segreto di questo, ai suoi dì, famosissimo e davvero bravo organista».
 La bizzarra ma inequivocabile definizione di ascoltatore segreto, un dettaglio che gli fornì Carl Philipp Emanuel Bach, il quale ascoltò il racconto del viaggio a Lubecca direttamente da suo padre Johann Sebastian, fa supporre che i due non si siano incontrati.
Johann Sebastian Bach, desideroso di apprendere «i fondamenti della sua arte», probabilmente preferì ascoltare Buxtehude in segreto, nella navata della chiesa, senza salire sulla cantoria per presentarsi, in modo da poterne carpire i segreti del mestiere (artifici, tecniche di improvvisazione, passaggi di destrezza, combinazioni di registri), che forse Buxtehude custodiva gelosamente e non avrebbe rivelato.
Altre fonti riportano che a quell'epoca l'anziano Buxtehude meditasse di ritirarsi e da due anni stava cercando un suo successore alla carica di organista della Marienkirche. Aveva però posto come clausola che chi avesse voluto essere suo successore avrebbe dovuto sposare Anna Margaretha, sua figlia poco avvenente. Georg Friedrich Händel e Johann Mattheson, che si erano recati a Lubecca nel 1703, avevano ricevuto la stessa offerta, ma, dopo aver visto la figlia di Buxtehude, avevano rifiutato ed erano ripartiti il giorno successivo. Anche Bach rifiutò.
Bach tornò ad Arnstadt nel febbraio 1706, con quindici settimane di ritardo. I superiori della Bonifaciuskirche, dopo il suo ritorno, notarono che: «Dopo questo viaggio eseguiva stupefacenti variazioni sui corali e vi mescolava armonie estranee a tal punto da confondere i fedeli. In futuro, se vorrà introdurre un tonum peregrinum, dovrà tenerlo per un tempo sufficientemente lungo senza passare troppo presto ad un'altra tonalità, né, come ha iniziato a fare, suonare subito dopo un tonum contrarium».

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