giovedì 28 novembre 2013

l'esame da alimentarista

recarsi alla sede dell'inps per sbrigare questa noiosa e periodica formalità burocratica, trovare trenta persone a diversi gradi di sbattimento, dentro un'aula in cui si suda. la fila per iscriversi. chi cerca di superare la fila. l'umanità presente è composta da persone di ogni età, censo variegato con prevalenza di sfigati evidenti. molti immigrati. è chiaro da subito che parecchi sono alla ricerca disperata di un lavoro, o simulano la ricerca disperata di un lavoro facendo pigramente la trafila di ciò che va fatto, anche se sono dei tossici debosciati che in realtà se ne fottono. trenta persone. uno alla volta firmiamo e ci sediamo. di vista conosco un paio di persone, come me sono baristi, gente che già lavora e che è lì solo per il rinnovo: per noi sarà solo una piccola rottura di palle. ci viene spiegato che risponderemo a un test a crocette, ci viene spiegato che la risposta giusta è sempre e solo una, come rispondere al test, e ci vengono dati alcuni aiutini, umilianti, ad esempio ci viene spiegato cosa sia la data di scadenza di un prodotto.
il test è composto di una decina di domande, ne cito una solo per spiegare il livello di difficoltà:
dovendo scongelare un prodotto, il luogo giusto in cui farlo è:
a - il terrazzo
b - un lavello pieno di acqua calda
c - il frigorifero
durante il test, un signore dagli occhi piccoli e dall'accento genericamente meridionale, seduto a due posti da me, che ha cercato di copiare ripetutamente senza capire che le domande erano in ordine differente da un foglio all'altro, e perciò io non sapevo che rispondere alla sua richiesta 'dimmi la 3', ha alzato la manina dicendo: 'e se uno non ce l'ha il terrazzo?'. io l'ho guardato immaginando il puzzo del merluzzo del discount che perdeva liquami nell'acqua calda del suo lavello, inorridita. sudore, testa tra le mani, tentativo di sbirciare l'opuscolo in cui erano contenute le preziose risposte. l'hanno segato. con lui più della metà dei presenti. via tutti gli immigrati incapaci di leggere in italiano, via le vecchie operaie e aiuto cuoche e sfogline, che non sanno gestire un test a crocette, via anche gente apparentemente normale, ma evidentemente analfabeta o con dei gravi deficit cognitivi. gli unici senza errori, i già lavoranti baristi: siamo 5 su 30. seguono i ragazzini, quelli che hanno davvero seguito il corso e studiano cercando davvero lavoro: un po' meno di una decina, fanno solo qualche errore, e passano. più della metà dei presenti in quella stanza non passa un test che definirei per mentecatti, pur avendo seguito un corso e studiato. avendo completato in pochi minuti il mio test, sono stata costretta ad assistere allo stillicidio del tentativo di consegna del compito da parte dei disperati che chiaramente avrebbero fallito: gente che cerca di copiare, gente che si dimena. in questa interminabile mezz'ora sono stata completamente disgustata da ciò che ho visto: ho pensato che in realtà stavo assistendo a un espediente per escludere degli stranieri e far fuori dei vecchi, per liberare dei posti di lavoro poco qualificati; poi, ho pensato a quanto non ci rendiamo conto degli abissi di ignoranza che può toccare un italiano adulto, e votante, e che, eppure, ha studiato da qualche parte; poi, ho pensato che era come quando ti fanno la lezione sulla 626: dato che ora conosci i rischi, se succede un casino è colpa tua, poco importa che nel posto in cui lavori su certe cose non ci sia scelta: il tuo titolare compra a basso prezzo merce in scadenza e tu la somministri, ergo se qualcuno sta male la colpa penalmente sarà tua che materialmente hai compiuto l'azione, perchè questo sistema democratico ti ha informato sulle conseguenze di ciò che fai. un'umanità schifosa, divisa in due: chi si prenderà la colpa per le cazzate fatte dai proprietari dei luoghi in cui lavora, e chi non è nemmeno in grado di prendersi una colpa. era tutto così ingiusto, ingiusto, brutto e ingiusto.
così brutto da essere ingiusto. l'aula schifosa, i burocrati, i poveracci in sbattimento per il lavoro, e nessuna poesia.
tranne forse nelle domande:
il lugo in cui è corretto conservare una confezione di uova dopo l'acquisto è:
a - in frigorifero
b - in uno scaffale al caldo
c - sotto la cenere

1 commento:

Anonimo ha detto...

tecnicamente anche la risposta c all'ultima domanda potrebbe essere corretta, se ti vuoi fare quelal prelibatezza cinese chiamata uova dei cent'anni

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